«La redenzione dell’Uomo», Galleria La Marguttiana

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In occasione della mostra “La redenzione dell’Uomo” che si è tenuta alla Galleria la Marguttiana di Roma dal 9 al 21 marzo 1987, il critico d’arte Tony Bonavita, sul quotidiano «Il Tempo» di venerdí 20 marzo 1987 cosí scrive: «Siamo stati abituati, di Venerdí Santo, a vedere l’immagine del Redentore crocifisso con a fianco i due ladroni: il buono e il cattivo.Oggi Marina Sagramora ripropone il Divino Mistero dell’Estremo Sacrificio, trasformandolo in purificazione. E ci ricorda il rabbuiarsi del cielo, in quei momenti, e il ritorno della luce, dopo che tutto era avvenuto.

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«Redenzione» r-arrow

E il variare delle stagioni è contrappuntato da luci e ombre che culminano in cieli azzurrissimi e grandi distese erbose.

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l-arrow «Natività»

E c’è una Natività in cui la figura di Giuseppe contribuisce a creare, in simbiosi con Maria, la gioia del Figlio, nato dalla Luce e di essa parte integrante.E sbocciava la vita, con i suoi colori e i suoi fasci luminosi che giocano col rosso e col giallo in un eterno ciclo vitale.Il fascino dell’aurora ha incantato Marina: e le sembra naturale dipingere scogliere e una figura misteriosa che porta sulla fronte il segno della luce interiore, della chiaroveggenza: il terzo occhio.Il cammino evolutivo dell’uomo diventa fulcro e anima della pittura della Sagramora, marg4che vuole indicarci come uscire dalla fisicità del materialismo, verso la luce della spiritualità.

Due mani giunte ci ricordano l’intimo momento della preghiera.

«Preghiera» r-arrow

Il colore è sempre protagonista, dal rosso intenso alle tenui sfumature azzurrognole per segnare la via del karma. E ci sovviene di un rosso predominante che brucia il cielo, mentre le ali di una candida colomba segnano il momento della conoscenza. marg5Il contrasto tra cielo infuocato e le bianche ali segna un punto fermo nella pittura di Marina, che è soprattutto simbologia, segni mistici e onirici».

l-arrow «Logos interiore»

Nel catalogo della mostra, queste le parole di Shanti Di Lieto: «La pittura della Sagramora è un messaggio esoterico che ella ci rivolge da numerosi anni, rispecchiando nei suoi quadri la propria evoluzione spirituale. Chi ha seguito attentamente il cammino della sua arte, può rendersi conto della maturazione avvenuta in questa pittrice. Lo scopo dell’artista, comunque, è sempre stato principalmente di avvicinarci, attraverso la rappresentazione dei mondi superiori, alla realtà piú profonda dell’uomo, destinato a riscoprire e sviluppare il proprio Io. La Sagramora non trova il suo mezzo espressivo nella rappresentazione  astratta dei suoi sentimenti e delle sue impressioni, né in un formalismo ricco solo di valore estetico: la sua pittura è trasfigurativa, e ci introduce in altre dimensioni, in mondi pervasi di atmosfere magiche, nei quali assumono importanza la luce e l’elemento colore. marg6I quadri di questa artista ci offrono molteplici possibilità di studio e di meditazione, soprattutto se abbiamo la consapevolezza che i mondi spirituali, pur essendo invisibili ai nostri occhi materiali, costituiscono senza dubbio la realtà piú importante e piú vera».